Codex Gigas: perché viene chiamato la Bibbia del Diavolo?
Maximilian Ventura ~ 08 dicembre 2021 ~ Manoscritti
Il Codex Gigas è il manoscritto medievale più grande del mondo. Le dimensioni del manoscritto sono davvero notevoli: misura 92 cm di lunghezza, 50 cm di larghezza e 22 cm di spessore, per un peso complessivo di 75kg. Il Codex in origine era costituito da 320 pagine realizzate in vellum, un tipo di pergamena particolarmente sottile rara e costosa, ma 8 pagine sono state in seguito rimosse. La copertina è in legno con alcuni ornamenti in metallo
Il Codex Gigas: la leggenda
Il Codex Gigas è conosciuto anche come la Bibbia del Diavolo per due motivi: il manoscritto contiene una grande illustrazione del demonio e, secondo la leggenda, perché per scrivere un volume così particolare, l’autore avrebbe chiesto l’aiuto del diavolo.
La leggenda narra di un monaco benedettino, un certo Herman inclusus, ovvero Herman il recluso, condannato ad essere murato vivo per avere infranto alcune regole dell’ordine monastico.
La notte precedente alla sua condanna si offrì di scrivere un enorme libro, in cui vi fosse trascritta l’intera Bibbia e altri testi sul sapere umano in una sola notte chiedendo agli altri monaci di salvargli la vita se fosse riuscito nel suo intento. Resosi conto dell’impossibilità del compito chiese aiuto al Diavolo che volle in cambio la sua anima ed una illustrazione sul manoscritto.
Il monaco riuscì a salvarsi ma non ottenne la pace. Alla fine si rivolse alla Santa Vergine pregando per avere il perdono. La vergine gli porse la mano per aiutarlo, ma il penitente morì proprio nel momento in cui avrebbe dovuto essere liberato dal suo contratto con il diavolo.
Una leggenda ricorrente
Questa leggenda è una variazione di una storia medievale molto popolare su Teofilo di Adana, noto come San Teofilo il Penitente. Contiene gli stessi elementi della leggenda della Bibbia del Diavolo: patto con il diavolo per raggiungere l’impossibile, pentimento dopo, la misericordia della Vergine Maria e la rapida morte del penitente. Questi elementi si trovano anche nella saga di Faust, conosciuta dal XVI secolo.
Ad alimentare ulteriormente la leggenda ci sono altri due aspetti da considerare.
Il primo è la convinzione medievale che la scrittura potesse espiare i proprio peccati. Questo motivo si trova anche in una storia citata dal monaco e storico inglese Orderico Vitale (1075-1142). Raffigura un monaco peccatore che era allo stesso tempo un bravo e devoto scrittore di libri. Dopo la morte, la sua anima fu salvata dall’essere mandata all’inferno all’ultimo momento grazie a un libro molto grande che aveva scritto. Quando ogni lettera del libro veniva pesata contro ciascuno dei suoi peccati, una singola lettera alla fine divenne decisiva a suo favore.
Il secondo invece risiede nella uniformità della scrittura e della grafica che si riscontrano per tutte le pagine del manoscritto, lasciando presupporre che sia stata la mano di un unico amanuense a comporre l’opera in un periodo di tempo molto breve.
Il Codex Gigas: la storia
Secondo studi più recenti invece si stima che il codice potrebbe essere l’opera sì, di un solo uomo, ma che abbia lavorato per oltre 20 anni.
Inoltre il termine inclusus, denota una persona, di solito legata a un monastero, che vive in isolamento in una cella per motivi religiosi o a causa di una penitenza. Dopo un periodo di prova di almeno un anno, una tale persona poteva essere rinchiusa in una cella da un vescovo. A volte tale cella veniva nuovamente murata e veniva cantata una messa di morte per simboleggiare un funerale.
Il manoscritto riporta l’anno in cui è stato completato: il 1229. Ipotizzando quindi un arco temporale di vent’anni per la realizzazzione del codice, dobbiamo far risalire l’inizio della scrittura al 1209.
Ci sono alcuni dati presenti nel Codex che ci permettono di avere dei punti saldi per la datazione. Nel manoscritto per esempio è riportata la canonizzazione di San Procopio di Sazava, patrono dell’attuale repubblica Ceca, avvenuta nel 1204.
Lo stesso discorso è valido per la conclusione del lavoro, che si attesterebbe tra il 1223 e il 1230.
Queste date si possono estrapolare da fatti riportati all’interno del Codex e riguardano la morte del vescovo Andrea di Praga, avvenuta nel 1223, e la morte del Re Boemo Ottokar, avvenuta nel 1230 e non menzionata nel codice. Ecco perché è verosimile considerare come data di realizzazione del manoscritto il 1229.
I Vichinghi utilizzavano le leggendarie “pietre del sole” per navigare
Due ricercatori hanno utilizzato simulazioni al computer per verificare se i Vichinghi utilizzavano le “pietre del sole” per navigare.
Dove si trova il Codex Gigas
Dal 1649 il Codex Gigas si trova nella Biblioteca Nazionale di Svezia a Stoccolma.
Ma come ha fatto un manoscritto del 1229 realizzato in un piccolo monastero della Boemia a finire in Svezia? Ripercorriamone la storia.
Nel manoscritto è presente una nota in prima pagina in cui è riconosciuto il monastero di Podlažice come primo proprietario.
In seguito il codice venne ceduto nel 1295 al monastero di Sedlec, e nello stesso anno, fu acquistato dall’ordine benedettino nel monastero di Břevnov e qui fu costodito fino al 1594.
Nello stesso anno Rodolfo II d’Asburgo volle portare il manoscritto a Praga. L’imperatore nutriva una certa passione per l’occulto ed era un collezionista di oggetti particolari. Un manoscritto con l’immagine del diavolo era perfetto per essere esposto nella sua Camera delle meraviglie (Wunderkammer).
Il saccheggio di Praga
La mattina del 16 luglio 1648, nelle ultime fasi della Guerra dei Trent’anni, una forza svedese di cento uomini si arrampicò sulle mura della città di Praga. I soldati riuscirono a sorprendere le guardie e poco dopo, 3.000 uomini furono in grado di riversarsi per saccheggiare la città.
Praga venne saccheggiata per due giorni e le furono sottratti almeno un centinaio di libri d’arte di ogni tipo. Tra questi c’erano i due manoscritti di fama mondiale: il Codex Gigas e il Codex argenteus, la Bibbia d’argento, chiamata così perché la maggior parte del testo è scritto con inchiostro d’argento.
Il Codex Gigas viene collocato nella biblioteca del Castello di Stoccolma dalla regina Cristina I di Svezia.
Il 7 maggio 1697 scoppiò all’interno del castello reale un incendio che si estese fino alla biblioteca reale. Gran parte della collezione di libri fu distrutta dalle fiamme. Su 24.500 libri e 1.400 manoscritti, solo 6.000 libri e 300 manoscritti furono salvati. Leggenda vuole che il Codex Gigas si potè salvare perché qualcuno riuscì a gettarlo dalla finestra.
In epoca recente, dal settembre 2007 a gennaio 2008, dopo 359 anni, il Codex Gigas è stato riportato a Praga, in prestito temporaneo nella Biblioteca Nazionale Ceca.
Oggi è possibile ammirare il codice nella Biblioteca Nazionale della Svezia e sfogliarlo in versione digitale.
Cosa contiene il Codex Gigas
Il Codex è un codice miscellaneo scritto interamente in latino e al suo interno si trovano:
- una trascrizione completa della Bibbia tratta quasi interamente dalla Vulgata, ad eccezione degli Atti degli Apostoli e dell’Apocalisse di Giovanni, che sono tratti dalla Vetus Latina;
- la “Etymologiae” (636) di Isidoro di Siviglia che può essere considerata la prima enciclopedia della cultura occidentale;
- due opere storiche di Giuseppe Flavio, le “Antichità Giudaiche” (93-94 d.C) e la “Guerra Giudaica” (75 d.C circa);
- una storia della Boemia (Chronica Boëmorum) di Cosma Praghese;
- vari trattati di storia, etimologia e fisiologia;
- un calendario con la lista dei santi;
- l’elenco dei monaci dei monasteri di Podlažicama;
- formule magiche e altri documenti tra cui gli alfabeti greco, cirillico ed ebraico.
Le miniature e le illustrazioni
Il manoscritto include miniature in rosso, blu, giallo, verde ed oro. Le iniziali maiuscole occupano frequentemente l’intera pagina. L’aspetto del manoscritto resta fondamentalmente invariato dall’inizio alla fine.
Non si può negare che l’illustrazione del Diavolo è ciò che ha maggiormente colpito l’immaginario, nel corso dei secoli, un essere ritratto come mezzo uomo e mezzo animale, con corna, lingua biforcuta e artigli. Se da un lato vi è la rappresentazione di un demonio, solitario, enorme e spaventoso, nella pagina adiacente vi è l’illustrazione della città celeste.
La contrapposizione tra queste due illustazioni, può fra pensare che l’autore abbia cercato di mettere in risalto il contrasto tra il bene ed il male.
Codex Gigas PDF
La Library of Congress mette a disposizione il download gratuito del manoscritto in formato digitale.